Statistiche allenatori e stipendi, il rapporto sulla Serie A

Molte leghe di fantacalcio ormai da tempo giocano sfruttando nella somma del punteggio settimanale il voto in pagella acquisito dagli allenatori nella giornata, per questo motivo spesso i momenti di crisi di una o più squadre finiscono per penalizzare chi sfrutta qusta opzione di calcolo

 

Andiamo a vedere quindi chi comanda la classifica di merito (Top 3) dei mister di Serie A in queste prime 10 giornate, ovvero con un quarto del torneo già disputato e senza considerare nella presente analisi la disputa completa della giornata 11, premettendo che i risultati di squadra finiscono giocoforza con l'influire nei voti assegnati ai mister, ogni wekend anche se le variabili del bel gioco, della gestione dei momenti di emergenza, lo sfruttamento massimale della rosa con l'incremento del valore di mercato della stessa  sono certamente parametri di cui gli addetti ai lavori tengono necessariamente conto nel lungo periodo.

 

PIOLI E SPALLETTI, FORZA MENTALE E CONTINUITA'

Stefano Pioli (MV 6,64) va sul podio tenendo conto di un campione di 10 gare in panca, ha saputo creare un gruppo di talento e guidarlo a un livello superiore, grazie alle sue idee tattiche e a un approccio fatto di rapporto  quasi patno, fiducia, consapevolezza. Ha superato la crisi pre-lockdown, ha avuto la fiducia di Maldini dopo il 5-0 umiliante di Bergamo e pian piano ha costruitto un palazzo stabile fatto di idee e fame.


Tonali e Leao sono esplosi grazie alla sua gestione dopo tanti mugugni del tifo rossonero e adesso sono capisaldi della squadra che, anche con tante assenze, riesce spesso a sfangarla. Lo scudetto (il 19° del Milan)  contro i cugini dell'Inter, certomeno granitici della gestione vittoriosa del comandante Conte, è la sua prima bellissima perla a livello di palmares quando pochi in estate consideravano il  Diavolo nei pronistici tricolori.

 

Oggi il Milan è con il Napoli la squadra probabilmente favorita al titolo e gli unici punti negativi rimangono un cammino europeo zoppicante (qualificazione però nettamente alla portata) e la mancata esplosione del gioellino De Ketelaere.

 

Pioli e Spalletti oggi hannno fatto del Milan e del Napoli due squadra rivalutate in ogni settore del campo, stimati come professionisti e sul piano empatico capaci di affrontare i momenti di crisi ma non per questo figurano ancora oggi sul podio degli allenatori più pagati della Serie A.



Statistiche allenatori e stipendi, il rapporto sulla Serie A

 

Il Napoli di Spalletti (primo per MV a 6,77) è l'unica squadra a punteggio pieno della fase a gironi di Champons che comanda il proprio campionato da imbattuta, nonché già promossa agli ottavi. Dati impressionanti, che fanno quasi pensare ad un Napoli senza limiti, ricco  di alternative tattiche capaci di fargli cambiar pelle a seconda dell'avversario e dei momenti di una stessa partita. 

 

Oltre alle granitiche certezze della passata stagione, è arrivato il georgiano tuttocampista Kvaratshelia che  sta facendo impazzire tutta Europa,, e un Kim baluardo difensivo che non sta facaendo per niente rimpiangere l'inossidabile e amatissimo Kalidou Koulibaly, senza nulla togliere alla crescita notevoledei vari Lozano e Zielinski, alla rinascita di Politano e Meret. Poi in panchina Raspadori e Simeone titolari in qualsiasi team e sempre affamati ogni volta che il mister li getta nella mischia. Chiudendo con  Anguissa e Lobotka, veri baluardi di un centrocampo con giocate e visione di gioco da big europee.

 

 

LA FAVOLA DI SOTTIL PARTE DALLA SERIE C

Nessuno si aspettava una partenza così pirotecnico della squadra guidata da Sottil (MV 6,,65)  che adesso è tutt’altro che una sorpresa ma una certezza. Dal 31 agosto l’Udinese ha avviato una serie di risultati positivi di un certo livello. Contro la Fiorentina decisivo è stato il gol di Beto, una settimana dopo è arrivata la vittoria contro la Roma di Mourinho, partita mai in discussione e risultato finale di 4-0. Poi ancora vittoria a Reggio Emilia contro il Sassuolo e chiusura in bellezza per 3-1 sull’Inter. Da quel momento i bianconeri non si sono più fermati acquisendo punti e vittorie sia con le grandi che con le piccole. Fatta eccezione per la sconfitta, maturata ieri in casa contro il Torino, un passo falso fisiologico dopo un inizio favoloso. In mezzo anche l'ottimo pari che va stretto ai friulani, in casa della Lazio.

 

Un calcio verticale, con pochi tocchi e smarcamenti frequenti che fa dell'Udinese una squadra bella da vedere e difficile da contrastare, con Beto e Deulofeu coppia ben assortita e prolifica, i cecchini Samardzic e Arslan, e gli outsider incursori Lovric e Biijol 

 

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INZAGHI,  I K.O CON LE BIG E IL RITORNO DELLA "PAZZA INTER "

4 sconfitte nelle prime 11 giornate di campionato, l'Inter era partita così male solo nella stagione 2011/12, quella dei tre allenatori iniziata con Gasperini e finita con Stramaccioni che ha portato la squadra in Europa League.

Una squadra che è spesso evaporata quando è salito il livello facendosi sempre rimontare dopo il vantaggio iniziale, dal  derby alla sconfitttta interna con la Roma, palesando difetti di personalità e nervosimo nei propri leader (Lautaro, Barella, Brozovic).

Adesso, almeno sul piano dei risultati, la musica è cambiata ma rimane quell' atavica facilità a incassare gol specie sui piazzati e una gestione del match poco matura (come dimostra il 3-4 di Firenze).

Prima della sosta mondiale i banchi di prova Atalanta e Juve saranno decisivi per capire le velleità dell'Inter verso i piani alti, nel frattempo se arrivasse (con i 3 punti mercoledi sul Vitoria Pilzen) la qualificazione agli ottavi di Champions nel girone di ferro con Bayern e Barcellona, per Inzaghi e l'Inter significherebbe respirare, finalmente, a pieni polmoni, fornendo linquidità sul piano strettamente finanziario ad una società fortemente indebitata.


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