Gol, bonus e fragilità, tutto sul neo terzino rossonero Estupinan

L’arrivo di Pervis Estupinan al Milan segna un passaggio importante nella costruzione del nuovo ciclo rossonero. Acquistato dal Brighton per 17 milioni di euro più 2 di bonus, l’esterno sinistro ecuadoriano, primo nella storia del club, è stato scelto per raccogliere una delle eredità più delicate: quella di Theo Hernández. Una responsabilità che pesa, ma anche una sfida che il giocatore ha accettato con entusiasmo, firmando un contratto fino al 2030. Ma cosa può davvero portare Estupinian al Milan? Qual è il suo profilo tecnico e umano, e dove si colloca tra le aspettative e i rischi dell’investimento?


GOL POCHI MA PESANTI
Chi cerca un terzino goleador, come lo è stato in certi tratti Theo, potrebbe rimanere deluso. Estupinian non ha mai avuto una vocazione offensiva spiccata sul piano realizzativo: in oltre 300 presenze tra club e nazionale, ha segnato appena 11 reti. Nell’ultima stagione in Premier League, quella 2024/25, ha messo a referto solo un gol e un assist in 30 partite. Numeri che raccontano di un giocatore più portato alla costruzione che alla finalizzazione, più attento alla progressione che alla conclusione. Tuttavia, ridurre il suo apporto offensivo ai soli gol sarebbe ingeneroso. L’ecuadoriano è dotato di una buona visione in corsa e di un piede sinistro preciso nei cross: a Brighton, spesso ha avviato azioni da gol con giocate semplici ma intelligenti. La sua capacità di attaccare lo spazio senza palla è una risorsa che potrebbe rivelarsi preziosa soprattutto contro squadre chiuse. Secondo il suo ex allenatore, De Zerbi, in futuro potrebbe diventare uno dei terzini più forti al mondo. 


FRAGILITA’ NASCOSTE

Ed è proprio questo il punto più delicato della vicenda Estupinian: la sua tenuta fisica. Nella passata stagione ha saltato ben 22 partite per problemi muscolari e alla caviglia, un dato che non può essere ignorato. Se è vero che la sua esplosività atletica è uno dei tratti distintivi, il soprannome "la bala" (il proiettile) parla chiaro. E’ altrettanto vero che un fisico così spinto ha bisogno di una gestione attenta, soprattutto in un campionato tattico e impegnativo come la Serie A. Anche dal punto di vista difensivo, non è esente da critiche. A volte si è mostrato poco lucido nelle letture tattiche, lasciando spazi alle sue spalle o perdendo il tempo giusto nei duelli. Difetti che in Premier League sono stati spesso coperti dalla struttura di gioco del Brighton, ma che in Italia potrebbero venire messi rapidamente a nudo.

 

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IL COMPITO DI ALLEGRI

Allegri avrà quindi il compito di trasformare Estupinian in un terzino completo, capace di equilibrare corsa e copertura, forza e lucidità. Un lavoro non facile, ma nemmeno impossibile: il giocatore ha 27 anni, è nel pieno della maturità calcistica, e porta con sé un bagaglio di esperienza internazionale importante, con presenze in Liga, Premier League e nelle competizioni UEFA. Non è un giovane da plasmare, ma un professionista da rifinire. Con un Milan che punta a ritrovare solidità e compattezza, Estupinian dovrà dimostrare fin da subito di poter essere più di una semplice alternativa. Dovrà diventare un punto fermo, nonostante i dubbi che si porta dietro.


IL CONFRONTO CON THEO

Il confronto con Theo Hernández è inevitabile, poiché Estupinian è stato ingaggiato proprio per occupare quella corsia sinistra storicamente dominata dal francese. Theo, con un bagaglio di oltre 200 presenze al Milan e una costante capacità di incidere sul gioco sia in fase offensiva sia nella spinta sulle fasce, ha incarnato il concetto di terzino moderno: rapido, decisivo, capace di sovrapposizioni continue, cambi di gioco e accelerazioni letali. Estupinian, invece, arriva da una stagione inglese in cui ha collezionato circa 36 presenze totali con appena un gol e un assist complessivi.  Il suo stile è più lineare, meno propositivo, caratterizzato da corsa costante, copertura disciplinata e appoggi semplici. Un profilo più sobrio, che punta più alla solidità difensiva che al guizzo imprevedibile. La differenza chiave è nell’approccio tattico: Theo era elemento di discontinuità tattica, capace di essere una vera arma offensiva integrata nel modulo; Estupinian propone invece un ruolo più tradizionale, meno spettacolare, ma potenzialmente più stabile. Il Milan perde qualcosa in brillantezza sul lato sinistro, ma guadagna in equilibrio e affidabilità.


E AL FANTACALCIO? In sintesi, Estupinian rappresenta per il Milan e per i fantallenatori una scommessa intelligente ma non priva di rischi. Non è un profilo scintillante, non è un goleador, e non è nemmeno il classico terzino “alla Theo”. Ma ha caratteristiche funzionali, una mentalità di lotta e una voglia di rilancio che possono fare la differenza, se accompagnate da una gestione fisica oculata. Se il Milan avrà la pazienza di aspettarlo e lo staff saprà proteggerlo dai cali fisici, Estupinian potrà diventare un pezzo importante del nuovo corso. Altrimenti, rimarrà un’occasione a metà. Come spesso accade nel calcio moderno, tutto ruota attorno alla parola chiave: continuità. E su quella, Estupinian dovrà costruire la sua rinascita rossonera.


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