È davvero il PSG la favorita per la vittoria della Champions League 2022?

Con un vantaggio in doppia cifra sulle due inseguitrici di Ligue 1 la risposta sembra scontata. Il PSG guida il campionato sull’accoppiata Nizza - Marsiglia e il suo primato è destinato a durare fino alla fine. Ma la Champions non è la Ligue 1. Così come la Ligue 1 non assomiglia ad altri campionati europei del calibro di Premier e Bundesliga. Per questo il PSG non è esattamente la più accreditata alla vittoria dell’ex Coppa Campioni. In effetti basta osservare anche velocemente una carrellata di pareri autorevoli, magari affiancata da una panoramica delle quote vincente Champions League 2022 per capire quali siano le reali possibilità dei parigini. La corazzata ‘Mbappe - Messi - Neymar sembra paradossalmente estromessa dal trionfo in Champions. Ancora una volta. Il favore del pronostico, infatti, si orienta infatti su altre quattro formazioni in particolare. E tra queste non figura nemmeno una formazione italiana. 

 

Ma com’è possibile, considerando che il trio delle meraviglie in attacco assomiglia ad una vera hall of fame del calcio? Basta guardare ancora una volta ai numeri, al rendimento dei singoli e del gruppo, al modulo di gioco ma anche alla personalità di troppi talenti che devono condividere lo stesso spogliatoio. Una curiosità su tutte riguarda proprio l’attacco. Quello che nessuno si aspetta. Soprattutto su Lionel Messi, che, intanto, nel solo finale di 2021 ha fatto vendere ben 1,2 milioni di maglie con il suo nome.

 

In altre parole, da quando è iniziata la sua avventura in Ligue 1, il rapporto tiri - gol del talento argentino è uno dei peggiori d’Europa. A fine gennaio i dati erano piuttosto eloquenti. Partite giocate 17, minuti trascorsi in campo 1.343. Totale: sei gol e sei assist. Dati apparentemente confortanti. Eppure, stando alle statistiche avanzate, Messi ha tirato 44 volte in Ligue 1 realizzando una sola marcatura. Uno dei peggiori in Europa. Solo João Cancelo, secondo i numeri del Daily Mail, è riuscito a fare peggio. Tutti si aspettavano di più. Tutti ai piedi della Tour Eiffel si aspettano ancora il meglio. Ma è pur vero che il talento non può durare in eterno. Così com’è vero che le statistiche dell’argentino in Champions sono decisamente migliori: 5 gol su 5 partite, di cui uno straordinario al City. Anche il tasso di conversione migliora: le marcature provengono da 15 tentativi per cui si tratta dello 0,33%. Per fare un paragone, Ciro Immobile e le sue statistiche parlano invece di 17 gol su 63 conclusioni. E allora dove bisogna guardare per capire se il PSG è davvero in grado di scompigliare i pronostici?

 

Un’altra curiosità statistica riguarda l’undici titolare del club parigino: da 111 partite la formazione dell’attuale Pochettino è sempre diversa. Bisogna tornare ai tempi di Tuchel nel 2019 per trovare una certa continuità. Era il 21 dicembre contro l’Amiens quando il PSG scese in campo per la seconda volta di fila con gli stessi giocatori. Sarà questo, allora, il tallone d'Achille della squadra del presidente Nasser al-Khelaifi? O forse si tratta di una instabilità tecnica che finora nessuno è riuscito a colmare? Per vincere nel campionato di appartenenza e soprattutto in Europa occorre una progettazione di lungo periodo: perseveranza, strategia e tattica. Quest’ultima dettata proprio da una continuità pluriennale dell’area tecnica. Ma il PSG ha cambiato due allenatori in tre anni, passando da Tuchel a Pochettino, subentrato al tedesco il 2 gennaio 2021. E già sembra in arrivo il suo successore: Zinedine Zidane. Certo, i parigini hanno portato a casa Coppa di Francia, una Coupe de la Ligue e una Supercoppa, ma quando hai in campo o in panchina top player del calibro di Messi, Mbappé, Neymar, Donnarumma, Hakimi, Di María non basta vincere in patria. Occorre l’Europa.

 

Eppure ogni anno che passa l’Europa resta sempre lontana. Il passaggio agli ottavi nel 2021 non è stata esattamente una formalità per i parisienne. Che sia già il preludio del prossimo fallimento in Champions?