Voti fantacalcio Serie A 3.a giornata: Zapata dal nulla, Simeone e Piatek prima gioia, Berardi illumina, Pellegrini tris di assi...st!

Nel lunch match delle 12.30, parte forte il Genoa, schierato molto bene in campo da mister Aurelio Andreazzoli. E infatti nei primi 10 minuti il Grifone si va vedere almeno un paio di volte dalle parti di Gollini: prima con Pinamonti, bravo ad inserirsi dopo una grande galoppata di Criscito sulla sinistra terminata con un cross basso. Poi con Radovanovic con una conclusione da fuori. Il primo spunto atalantino arriva al 12esimo: strappo del Papu Gomez sulla sinistra, cambio fronte per Ilicic che pennella al centro verso Pasalic. Ma l'ex Chelsea non impatta per questione di millimetri. Da qui la partita vive un momento di stanca, la palla gol più clamorosa tocca ancora al Genoa: Schone imposta, Kouame rifinisce per Lerager che calcia trovando la deviazione della difesa bergamasca. La banda Gasperini comunque riesce a rendersi pericolosa soprattutto grazie ad uno straripante Duvan Zapata: prima si fa tutto il campo a velocità massima non trovando però la collaborazione dei compagni in area genoana. Poi si fa parare un tiro ravvicinato da Radu.

Nella ripresa invece, dopo l’ingresso di Muriel (al posto di uno spento Ilicic), la partita si infiamma e si sblocca il risultato. Al 65′ il neo-entrato segna il calcio di rigore, procurato da Zapata per un fallo subito da suo cugino Cristian. I padroni di casa si buttano in avanti per trovare il pareggio e al 91′ riescono a segnare l’1-1, ancora dal dischetto col capitano Criscito. Le emozioni però non sono ancora finite, perchè all’ultimo minuto di recupero Zapata si inventa un gran tiro sotto la traversa che sorprende Radu e regala i tre punti all’Atalanta. La Dea sale così a sei punti, mentre il Genoa dopo due risultati positivi subisce la prima sconfitta di questa stagione e resta a quota 4. 

Oltre al solito immenso Zapata, bella prova per Gollini, Gomez a tutto campo. Delude Ilicic, Muriel spacca il match. Per il Genoa tanta mobilità per Kouame, Criscito infallibile dal dischetto, Zapata ingenuo, positivo Lerager e Ankersen entra bene sul match con una sgroppata che porta al rigore del momentaneo 1-1.

Pazzo Bologna al Rigamonti di Brescia. I rossoblù vincono 4-3 rimontando da 3-1 grazie a tre gol nella ripresa, nati da una sciagurata espulsione di Dessena. Primo tempo orribile, partita piena di errori, ma alla fine la banda rossoblù esulta. Primo tempo devastante per il Brescia che non varca la metà campo per dieci minuti, poi al primo affondo passa: cross dolce di Romulo per Donnarumma che insacca di testa, vana la parata di Skorupski con la palla già entrata. Il Bologna di fatto esce dal campo e al 19′ un solissimo Donnarumma sigla la doppietta personale con un perfetto tiro a giro da dentro l’area.  La partita sembra riaprirsi al 35′ quando Bani di testa accorcia le distanze su uscita errata di Joronen, ma è un fuoco di paglia perché un Bologna mai così disattento prende il terzo con una zuccata di Cistana sugli sviluppi di un corner. 3-1 all’intervallo.

Il Bologna è più arrembante nellla ripresa ma il regalo arriva da Dessena, già ammonit, che si tuffa in area di rigore rossoblù sotto gli occhi di Rocchi, ammonizione per simulazione e rosso. Il Bologna ne approfitta, prima con Palacio imbeccato da Orsolini a centro area al 56′, poi con Denswil su sponda del ‘trenza’ al 60′. Ci provano anche Sansone e nuovamente Palacio, ma il gol vincente arriva dieci dalla fine: el Trenza imbecca Orsolini con una palla al bacio solo da spingere in rete, 3-4 finale. Bani e Denswil meglio in fase offensiva che in difesa, Palacio e Orsolini prestazione sontuosa, nel Brescia bene Donnarumma e Romulo, disastroso Dessena.

Quattro gol, un legno, due reti annullate, un rigore negato dal VAR: al Tardini tra Parma e Cagliari succede davvero di tutto, ma alla fine a trionfare è la compagine di Maran, quest'oggi probabilmente più spietata degli emiliani. La prima chance capita sui piedi di Hernani, che impegna Olsen con un bolide da fuori, ma la palla-gol più ghiotta è quella che spreca Barillà, il quale, da pochi passi, non riesce ad impattare bene il pallone su un cross tagliato dello stesso Hernani. Poco dopo i ducali sfiorano nuovamente il vantaggio, questa volta con un calcio di punizione di Bruno Alves: l'esecuzione del portoghese è perfetta, ma la sfera si stampa clamorosamente sul palo. Proprio nel miglior momento dei padroni di casa, i sardi sbloccano il punteggio con l'ex di turno Ceppitelli, abile nell'infilare Sepe di piatto su suggerimento a rimorchio di Nandez. Il Parma non demorde e ci prova ancora, prima con Gervinho e poi con Inglese, ma è ancora il Cagliari a trovare la via della rete, nuovamente con l'ispiratissimo Ceppitelli, stavolta abile nel colpire di testa sugli sviluppi di un calcio piazzato di Cigarini.

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La ripresa si apre con un tentativo di Simeone, che allarga troppo la mira e spreca la palla del tris. E' però il Parma, dopo averci provato con Kulusevski, a siglare il gol dell'1-2 con Barillà, bravo a farsi trovare al posto giusto al momento giusto su un cross basso di Darmian.

Gervinho
non è nella sua giornata migliore, e si divora una doppia clamorosa chance (nella seconda circostanza è determinante un super intervento di Olsen). Al 77' Simeone riscatta l'errore precedente, sfruttando una dormita di Gagliolo e chiudendo così virtualmente i giochi. Ma il Parma non ci sta, e nel finale prima si vede annullare un gol per un fuorigioco di Bruno Alves, e poi, sempre dal VAR, si vede negare un rigore concesso inizialmente da Pasqua. Il match si chiude con un'altra rete annullata, questa volta a Joao Pedro. Male Gagliolo, che sbaglia a ripretzione, l'atatcco non funziona, Darmian e Kulusevski i più propositivi tra i ducali. Nandez ancora una volta evrsione assist-man, capitan Ceppitelli diventa bomber, più ombre che luci per Joao Pedro.

Ferrara si conferma città ospitale, per la Lazio di Simone Inzaghi. Nel finale, è la SPAL, grazie alla rete decisiva di Jasmin Kurtic a fare suoi i tre punti, i primi in questo campionato per i ragazzi di Leonardo Semplici. Gli estensi vincono una gara che fino all'ultimo attimo sembrava destinata a non fare contento nessuno: la Lazio gioca un gran primo tempo, va in vantaggio con Ciro Immobile su rigore, ma non chiude la partita.

La SPAL torna combattiva dagli spogliatoi, all'ora di gioca trova il pareggio col solito Andrea Petagna (quarto gol alla Lazio, sua vittima preferita con l'Atalanta) e a quel punto ci crede. Fino alla fine, a differenza di una Lazio a tratti bella ma in fin dei conti inconcludente, e sulle gambe: Inzaghi prova a rifare suo il vantaggio inserendo Milinkovic e Correa, ma dimentica i crampi di Radu. In pieno recupero, così, Strefezza scappa proprio su quella fascia e porta all'azione decisiva che si conclude con un piattone di Kurtic che vale un pomeriggio da ricordare. Bocciata la difesa capotolina in blocco, Immobile si vede solo sul rigore, Caicedo tra i migliori, Luis Alberto senza fantasia. Bene l'intesa tra Di Francesco e Petagna, Cionek cresce alla distanza, Kurtic scuote e trascina i suoi nel finale.

Prima vittoria in questo campionato per la Roma di Fonseca: 4-2 al Sassuolo. Per almeno 50 minuti i giallorossi hanno dominato una partita che, già al 33' era virtualmente chiusa: 4-0 per effetto dei gol di Cristante, Dzeko, Mkhitaryan e Kluivert. In campo un assoluto protagonista: Lorenzo Pellegrini, autore di tre assist in 21 minuti. Da annotare anche i tre legni di Pellegrini, Dzeko e Mancini che portano il totalizzatore dei pali colpiti dalla squadra di Fonseca a 5 in tre partite. Nella ripresa la Roma, però, si rilassa e subisce prima un gol al 53’ su una punizione capolavoro di Domenico Berardi. Il Sassuolo prende fiducia e venti minuti dopo accorcia ancora sul 4-2. ancora con il proprio capitano che ha messo a segno 5 gol nelle ultime due partite. Nel finale occasioni sprecate da entrambe le parti fino al pieno recupero con Pastore che, di testa, manda fuori a pochi passi da Consigli. E Ciccio Caputo fa lo stesso nell'azione successiva, fallendo il 4-3. Dzeko è la solita sentenza, sorpresa MkhitaryanCristante e Kluivert corrono e segnano, buon esordio anche per Veretout. Super Berardi, Marlon e Ferrari da incubo, Defrel sfortunato ma serve di più.

Il Milan batte 1-0 il Verona  al Bentegodi soffrendo le pene dell'inferno. I rossoneri portano a casa i tre punti grazie al gol su rigore di Piatek, ma offrono una prestazione tutt'altro che positiva. L'Hellas, che gioca in dieci uomini (espulso Stepinski per un brutto fallo su Musacchio a gamba alzata) per lunghi tratti del match, sfiora il vantaggio nel primo tempo e nella ripresa (palo) sempre con Verre, e rischia di pareggiare nel finale, al 94esimo, quando Calabria combina la frittata e si fa espellere regalando una punizione dal limite. Lazovic ci riprova nell'ultima azione e sfiora il palo alla destra di Donnarumma. Il Milan è tutto nel rigore del Pistolero (e in un palo colpito da Calabria), che trova il raddoppio ma in modo irregolare: il VAR annulla.

Male Rodriguez che in difesa ha delle pause preoccupanti, Paqueta non trova i meccanismi giusti, Piatek almeno si sblocca. Per la squadra veneta Kumbulla sempre sul pezzo, Zaccagni e Verre portano minacce, Stepinki esordisce come peggio non poteva. 


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