Accelerata Lukaku, come giocherà il Napoli al suo rientro?

Il conto alla rovescia è partito: Romelu Lukaku sta per tornare. Il centravanti belga, fermo ai box per un infortunio che ne ha complicato l’avvio di stagione, è vicino al rientro, ma il suo ritorno apre più dubbi che certezze nel mondo Napoli. Non solo per la condizione fisica — un aspetto tutt’altro che secondario per un giocatore di 32 anni, dalla struttura imponente e reduce da settimane di inattività — ma anche per il nuovo assetto tattico disegnato da Antonio Conte, che nel frattempo ha trovato un equilibrio diverso e più moderno.

 

Al centro di questo equilibrio c’è Rasmus Højlund, l’uomo che ha cambiato il volto dell’attacco azzurro. Il danese, arrivato tra curiosità e qualche scetticismo, ha risposto con gol, intensità e una fame che in Serie A pochi possono vantare. Pressa, attacca la profondità, si sacrifica: interpreta il ruolo di centravanti in modo totale, proprio come piace a Conte. Lo stesso allenatore lo ha definito “un potenziale crack”, segno di una fiducia crescente che va ben oltre i numeri. Højlund è diventato il punto di riferimento offensivo del Napoli, il terminale perfetto per un sistema che si muove con ritmi alti e grande intensità.

 

Atalanta, Ahanor e Bernasconi simboli della ripartenza

 

E allora, dove si colloca Lukaku in questo nuovo scenario? Difficile immaginare un ritorno immediato da titolare. Il belga dovrà riconquistarsi il campo, passo dopo passo, e accettare un ruolo iniziale da rincalzo di lusso. Conte lo conosce bene: sa quanto può essere devastante quando è in condizione, ma sa anche che servirà tempo per ritrovare la brillantezza e la sintonia con i compagni. In questo momento, Lukaku può diventare un’arma strategica a partita in corso: utile nei finali di gara bloccati o contro difese basse, grazie alla sua forza fisica e alla capacità di far salire la squadra. Ma oggi il Napoli ha un suo leader offensivo, e quel leader è danese.

 

Nel frattempo, resta un caso Lorenzo Lucca. L’attaccante italiano, arrivato in estate per 35 milioni di euro, doveva essere la scommessa giovane e di prospettiva. Finora, però, poche luci e molte ombre: nessuna continuità, poca incisività e la sensazione di non essere ancora pronto per reggere le pressioni del Maradona e le richieste di Conte. Per questo, la gerarchia in attacco sembra chiara: Højlund davanti a tutti, Lukaku come alternativa di peso, Lucca più indietro. E non è solo una questione fisica, ma di atteggiamento: Conte ha sempre ribadito che gioca chi dimostra fame, chi dà tutto in ogni allenamento, chi trascina anche senza segnare. E in questo momento, Højlund incarna perfettamente quello spirito. Lukaku, invece, dovrà ritrovarsi. Servirà umiltà, pazienza e voglia di rimettersi in discussione. Perché se saprà accettare questa nuova realtà, il Napoli potrà contare su una coppia d’attacco complementare e di altissimo livello. Ma se prevarranno le nostalgie del “titolarissimo”, il rischio sarà quello di rompere un equilibrio che oggi funziona. Per ora, l’attacco del Napoli parla danese. Ma là davanti, Lukaku non ha mai smesso di voler ruggire.


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