Si è conclusa la 13.a giornata del campionato, tra sorprese, polemiche e certezze ritrovate, ma noi siamo pronti con il nostro appuntamento dei top e flop. Il Lecce ritrova un importante vittoria, grazie soprattutto a Falcone che con il rigore parato permette alla sua squadra di ottenere i tre punti.
In difesa si fa notare Belghali con una prestazione convincente, mentre Kossounou trova il gol in un Atalanta che con Palladino sembra assolutamente rinata e chiudiamo la difesa con Moreno: il Como si sta dimostrando una macchina perfetta e anche Moreno finisce tra i migliori.
Il centrocampo non ha nomi di "spicco": Berisha si è rivelato decisivo nella vittoria del Lecce, così come Thorsby. Incredibile la prestazione di Payero, protagonista dell'impresa della Cremonese sul campo del Bologna. Infine, per il centrocampo, da sottolineare il momento d'oro di Zaniolo: a Udine sembra essersi ritrovato definitvamente.
In attacco Yildiz è decisamente l'uomo che fa la differenza nella Juventus e grazie al quale i bianconeri riescono a risolvere una partita complicata. Prestazione sontuosa quella dell'eterno Vardy che guida la Cremonese in un impresa importante. Chiudiamo i top con il ritorno di Lautaro: le critiche gli scivolano addosso, lui risponde con una doppietta che vale tre punti.
 (1).jpg "Top&flop 13.a giornata: i due squilli di Lautaro ed un Vardy immortale")
Tra i peggiori c'è Ravaglia: qualche imprecisione e tre gol subiti in casa. A fargli compagnia il suo compagno Casale che contro Vardy ha fatto una fatica tremenda per tutti i 90 minuti. Prestazione da dimenticare anche per Troilo e Obert.
Se nelle ultime settimane lo abbiamo visto tra i top, oggi finisce tra i peggiori e parliamo di Kostic. Anche Gagliardini non sembra in un ottimo periodo di forma, mentre Asllani con il suo errore dal dischetto condanna il Toro ad una sconfitta. Chiudiamo il centrocampo con la prova incolore di uno spento Baldanzi.
In attacco ancora Roma, con Ferguson che fa una fatica immensa a dimostrare le sue qualità e finisce nuovamente tra i peggiori. Male Orban seguito a ruota da Ngonge: entrambi si dimostrano poco convincenti.
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