Voti fantacalcio Serie A 26.a giornata: specialista Mancini, mago Krunic, centrali viola protagonisti. Risveglio Ninja, Insigne maestoso

Si parte subito con grande energia tra Roma e Genoa con Strootman che rischia grosso con una brutta entrata su Pellegrini, Fabbri grazia l'olandese. La Roma passa al 24' su azione da corner: calcia dalla bandierina Pellegrini, salta Mancini e batte sulla sinistra un immobile Marchetti. Il portiere genoano si riscatta al 26' su un tiro cross di Pedro. Nel finale di tempo ammoniti Destro e Masiello, entrambi saranno squalificati per la prossima partita. Dopo l'intervallo, Ballardini sostituisce Ghiglione e Pjaca con Cassata e Shomurodov. Al 52' El Shaarawy lancia in area l'accorrente Mancini che, contrastato da Criscito, calcia male col sinistro da pochi passi e manda la palla di poco a lato alla destra di Marchetti. Al 67' palo della Roma:  Villar scende fino al limite e calcia col destro a giro: palla che colpisce il legno esterno alla sinistra di Marchetti. Al 73' Pedro sfrutta il rimbalzo del palo e segna, ma era in fuorigioco. I giallorossi controllano senza rischiare, con il neo entrato Mhkitaryan che prova a dare vivacità in attacco. Finisce 1-0, successo fondamentale in ottica Champions per la banda Fonseca, il Grifone adesso deve tornare a correre dopo aver fatto appena un punto in 3 gare.

 

Il Verona di Juric, reduce da quattro risultati utili consecutivi, viene battuto dal Milan al Bentegodi.  Hellas quasi irriconoscibile, un po' più pericoloso soltanto nell'ultimo quarto d'ora. Dopo un inizio equilibrato, è Krunic porta in vantaggio i rossoneri (prinvi di 5 titolari, ultimo Theo Hernandez) con una punizione dal limite. L'Hellas non si scuote e non arriva nessuna occasione da gol.A inizio ripresa un gran destro di Dalot segna il raddoppio del Milan. L'Hellas fa quattro cambi ma la sostanza non cambia: soltanto nell'ultimo quarto d'ora i gialloblù riescono a costruire qualcosa: la chance migliore per Faraoni di testa, fermato sulla linea da Krunic. Tra i rossoneri, oltre ai due autori del gol da segnalare un monumentale Kessie e un Romagnoli sempre sul pezzo. Male l'attacco rossoblù, anche Silvestri poteva fare di più.

 

Il primo tempo del Franchi tra Fiorentina e Parma è un po' la fotografia degli errori difensivi dei ducali in questa stagione. Per ben due volte, infatti, la squadra crociata si fa sorprendere su azione da palla inattiva. Prima è Martinez Quarta, poco prima della mezz'ora, a sfruttare un errore in copertura di Pezzella per battere un Sepe non irresistibile. Poi, in chiusura di tempo, tocca invece a Milenkovic ribadire in rete su tap-in una respinta decisamente difettosa da parte di Sepe. Nel mezzo, il Parma era riuscito a pareggiare momentaneamente grazie al gol di Kucka su rigore, concesso per un netto fallo di mano di Pulgar che aveva bloccato così un passaggio di Gervinho. Nella ripresa la gara continua ad essere equilibrata, e ancora una volta sono gli errori a determinare le marcature avversarie. Difesa viola troppo molle, ad esempio, in occasione del gol del momentaneo 2-2 firmato da Kurtic: su un pallone sporco proveniente dalla fascia destra, la retroguardia gigliata è ferma, si inserisce lo sloveno che beffa Dragowski con un tocco da pochi passi. Tutto di nuovo in parità, con il Parma che ci crede mentre la Fiorentina sembra fare fatica, con la squadra di Prandelli che si abbassa. Il Parma riesce ad essere letale in contropiede anche grazie ai cambi, e al 90' i neo entrati firmano il sorpasso: strappo di Man, Inglese lavora un bel pallone per l'inserimento di Mihaila che fa 3-2 a porta sguarnita. Ma non finisce qui, perché in pieno recupero la Fiorentina sfonda centralmente, e Iacoponi mette nella propria porta dopo un'azione caparbia dei viola portata avanti da Pezzella. Finisce 3-3, i viola esultano ma non troppo, D'Aversa e i suoi perdono una chance colossale di riaprire il discorso salvezza.

 

La partita si sbocca tra Crotome e Torino improvvisamente a metà tempo quando proprio il brasiliano fa da torre di testa raccogliendo un traversone di Molina, ma le mani di Ansaldi stoppano la sfera costringendo il direttore di gara a fischiare il penalty. Dal dischetto Simy trasforma. Sulle ali dell’entusiasmo i rossoblù tengono il Torino lontano dalla zona pericolosa provando a capitalizzare alcune ripartenze. Su una di queste Ounas si invola accompagnato da Messias, ma il franco-algerino è egoista e calcia in curva. Sul fronte opposto Lyanco alza di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma la beffa per il Crotone è in coda ed è corredata da polemiche furibonde: tutto nasce da un contrasto di Mandragora su Pereira apparso falloso, ma l’arbitro lascia proseguire e sugli sviluppi dell’azione proprio l’ex rossoblù trova il gol  che chiude il primo.tempo.

 

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La ripresa si apre con un brivido improvviso nell’area rossoblù, generato dal bolide dalla distanza di Bonazzoli che Cordaz osserva impietrito sbattere sull’incrocio. Sul ribaltamento di fronte il Crotone trova il raddoppio con Simy, bravo a spingere con rabbia e forza un pallone impazzito partito dal piede di Petriccione che la deviazione fortuita di Mandragora aveva spedito sul palo, subito dopo Messias si era scaraventato sulla sfera trovando l’opposizione di Sirigu. Il Crotone si divora la palla del possibile tris con Ounas, il quale ben servito da Pereira con un tracciante millimetrico si fa stoppare da Lyanco, ma il gol è nell’aria e lo firma Reca, protagonista di una spettacolare esecuzione dal limite col mancino che piega le mani di Sirigu. Ma il Torino non molla la presa e rientra nel match con la botta improvvisa di Sanabria dalla distanza che prende il giro ad uscire ingannando Cordaz. Le emozioni continuano e un minuto dopo il Toro sfiora il clamoroso pari con la conclusione di Gojak che un superbo Cordaz devia con un colpo di reni in corner. Nel recupero Ounas esce con classe dalla selva granata disegnando un sinistro magico che colpisce il palo ed entra alle spalle di Sirigu. Partita in ghiaccio sul 4-2 e debutto casalingo magico per Cosmi, notte fonda per il Toro falcidiato da tante assenza causa Covid.

 

Pronti via e Cagliari pericoloso al Marassi contro la Sampdoria: al 5' Joao Pedro riceve in area, il suo tiro viene neutralizzato da Audero ma al termine dell'azione si alza la bandierina per il fuorigioco proprio del brasiliano. Subito dopo Audero si oppone di nuovo a Joao Pedro di piede. Ma il Cagliari insiste e Joao Pedro finalmente segna: stavolta Audero non può nulla. Pronta la replica doriana: Rugani trattiene Keita in area, ma il VAR annulla la decisione di Giacomelli vedendo un fuorigioco dell'attaccante. Al 41' Audero effettua un rinvio non proprio perfetto, ma Joao Pedro non ne approfitta e così non riesce a servire Pavoletti che era in ottima posizione. Sul finale di tempo l'narrestabile Joao Pedro colpisce il palo, ma l'azione era nulla per fuorigioco. Prima dell'intervallo è Jankto a dare un segno di vita, calciando fuori misura da posizione defilata.

 

Al rientro in campo, Ramirez sostituisce Augello. iIn pochi minuti Pavoletti prende un cartellino e sfiora il secondo. Al 62' arriva il primo tiro in porta della Sampdoria, firmato Ramirez. Ranieri richiama Ekdal e Keita per Thorsby e Gabbiadini. La Sampdoria ribalta la partita in duecento secondi: al 77' Bereszynski pareggia con un gran destro su assisti di Ramirez, all'81' Gabbiadini piazza un gran sinistro nel sette destro di Cragno. Semplici gioca la carta Cerri e Nainggolan trova il gol del 2-2 al 5’ di recupero, con un tiro deviato da Yoshida. Partita pazza, con ribaltamenti ed emozioni senza fine ma il pari sembra giusto.

 

Il Napoli parte bene e dopo 5'  Fabian Ruiz spreca la prima occasione: palla persa da Mbaye, lo spagnolo si invola verso Skorupski ma tentenna troppo, e permette a Danilo di intervenire. Tre minuti e chi non spreca è Insigne: tacco di Zielinski, piattone del numero 24 e gol semplice per il capitano azzurro. Al 20’ anche il Bologna si affaccia dalle parti di Ospina: mancino potente di Skov Olsen, il palo respinge e nega il gol. Al 25’ si esalta Skorupski, che riesce a deviare in corner la conclusione di uno scatenato Insigne. Ospina, che salva tutto sul colpo di testa di Palacio, alla mezz’ora. 
La ripresa si apre con la follia di Ospina: sul rilancio Palacio mette la gamba, impedendo al colombiano di rinviare e segna. Chiffi fischia: è fallo, si rimane sull’1 a 0. Il primo cambio Mihajlovic lo opera al 13’: fuori Poli, dentro Dominguez, e Bologna che va a caccia del pareggio, mentre al 20’ è Sansone ad uscire per fare posto a Barrow. Dieci secondi e il Napoli trova il 2 a 0: Osimhen brucia in velocità Danilo e spara forte col mancino, bucando Skorupski. Sempre il nigeriano, tre minuti più tardi, spreca malamente la chance per il 3 a 0, con il destro che termina a lato.
Non spreca, e torna in partita, il Bologna, che al 28’ trova il 2 a 1 con l’ottava rete di Soriano, dopo un erroraccio in uscita di Demme. Il Bologna torna a crederci e Mihajlovic inserisce Medel, Vignato e Orsolini per l’assalto finale. Assalto finale vanificato dall’intervento di De Silvestri, che la spazza contro Insigne, con il capitano del Napoli che si invola verso Skorupski e segna il 3 a 1 definitivo. Il Bologna ci prova anche nel finale, ma gli attacchi si infrangono contro la difesa del Napoli e sui guantoni di Ospina.


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