Voti fantacalcio Serie A 28.a giornata: Zapata domina, storico Gaich, Candreva scatta, Marusic chirurgico. Redivivo Calha, è MaraMertens!

Fin dai primi è un'Atalanta viva sul campo dell'Hellas, dando pochissimi punti di riferimento alla difesa scaligera, subito in affanno. L’Atalanta pressa, non lascia spazi, il Verona è tramortito. Molto cercato dai compagni, Zapata che è in giornata e si vede. Malinovskyi si muove tantissimo e dai suoi piedi vengono quasi tutte le azioni offensive. È suo anche il rigore realizzato al 32’ e concesso per fallo di mano in area di Dimarco. Poi Zapata sale definitivamente in cattedra: prima colpendo il palo al 38’ e poi lasciando sul posto il suo marcatore, Lovato,  anticipando con un tocco morbidissimo l’uscita di Silvestri al 43’. Triplo cambio all’inizio del secondo tempo del Verona. Juric tenta di inventarsi qualcosa da contrapporre a questa straripante Atalanta. Il Verona gioca meglio, i nerazzurri arretrano il baricentro. Gli scaligeri sono più pericolosi. Entrano Maehle e Pasalic per
Toloi e Miranchuk. La gara cala molto di ritmo, i nerazzurri mantengono un possesso di palla sterile per addormentare la gara. Non succede molto nelle aree delle due squadre fino al 28’ quando Gollini salva su Lazovic lanciato a rete. L’episodio avrebbe potuto riaprire la partita. Poi entrano Ilicic
e Muriel ed è subito show, il colombiano si beve la difesa gialloblù in almeno due occasioni ma i tiri sono vanno fuori anche se di poco. Ilicic con una delle sue magie scheggia la traversa al 46’. Finisce 2-0 per la Dea che dimentica l'amarezza per l'uscita dalla Champions.

 

Il Benevento espugna lo Stadium (0-1) grazie a un gol di Gaich realizzato al 24' del secondo tempo su errore madornale in disimpegno di Arthur. Una vittoria importantissima, oltre che storica, per i giallorossi contro i campioni d'Italia della Juve. Ottimo l'atteggiamento della squadra di Pippo Inzaghi che ha conquistato tre punti di vitale importanza in chiave salvezza, con forza e personalità. La Juve nulla ha potuto contro l'ottima organizzazione tattica dei sanniti, i padroni di casa ci hanno prova in pratica solo con le iniziative di Ronaldo nel forcing finale e con Chiesa che ha reclamato un rigore per un blocco di Foulon, male Morata che si è divorato più volte il gol del pareggio.


L'approccio della Lazio a Udine è buono, ll'Udinese si limita a qualche contropiede. I 10 calci d'angolo, nel primo tempo, evidenziano la forte pressione degli uomini di Inzaghi i quali, di fatto, chiudono la prima frazione in vantaggio di una rete a firma di Marusic. Il montenegrino, dirottato di nuovo a sinistra per sopperire al forfait di Fares, trova una splendida rete col suo marchio di fabbrica: aggancio, ripiegamento verso il centro, tiro al giro sotto al sette. Nulla ha potuto Musso. Si fa notare anche Reina sul finire di tempo,con una bella la parata su Styger Larsen. Nella ripresa la Lazio soffre la reazione friulana. Il palo scheggiato da De Paul, ad inizio ripresa, mette paura a reina. La girandola di cambi serve ad Inzaghi per redistribuire le forza in mezzo al campo: Escalante, Pereira, Akpa Akpro e Correa danno manforte alla causa. Entra anche Musacchio, e per poco non combina l'harakiri stendendo De Paul al limite dell'area di rigore.  L'ultimo brivido lo arreca Okaka, il centravanti subentrato a Llorente spreca di testa su cross di rabona del solito De Paul.  Una vittoria sofferta, ma che mantiene i biacocelesti sulla scia che porta ad un posto nella prossima Champions League.

 

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Dopo un avvio incerto e poco combattivo, la Sampdoria passa al 25': cross di Augello per Gabbiadini, scatta Candreva sul filo del fuorigioco e batte Sirigu. Al 34' un grande intervento di piede di Sirigu nega il raddoppio a Quagliarella. Sono le uniche due fiammate del primo tempo. Nella ripresa, il Torino cerca il pareggio ma non trova la porta. A mezz'ora dalla fine, dentro Zaza e Verdi per Sanabria e Vojvoda. Più tardi Ranieri richiama Gabbiadini per Keita. Non succede più nulla, per la Sampdoria arrivano tre punti fondamentali, che consentono di affrontare il finale di campionato senza il minimo patema. Toro sempre più inguaiato in classifica e stavolta senza la reazione vista contro il Sassuolo.

 

Una partita con tantissime emozioni al Franchi tra Fiorentina e Milan che è terminata con una vittoria più che preziosa per i rossoneri. Ad aprire le danze ci ha pensato Ibrahimovic che, sul filo del fuorigioco, buca Dragowski con il sinistro. Vantaggio che dura pochissimo: Pulgar mette in porta un calcio di punizione da posizione defilata, ma Donnarumma non è esente da colpe. ll secondo tempo inizia con un Milan poco determinato che subisce il gol dello svantaggio con Ribery su assist di Vlahovic. Da questo punto in poi il Diavolo decide di alzare i giri del motore: Brahim Diaz pareggia sugli sviluppi di un calcio d'angolo, mentre  poco più tardi Calhanoglu completa la rimonta con un bel destro piazzato all'angolino basso che vale il 3-2 Finisce così, il Milan risponde presente dopo l'amara eliminazione in Europa League, la Fiorentina cede alla distanza risultando nel finale inutilmente nervosa e pasticciona.

 

La Roma di Fonseca esce sconfitta dal Napoli (0-2) all’Olimpico e perde terreno nella lotta alla qualificazione in Champions League. Poche iniziative capitoline nel primo tempo, che ha visto i partenopei gestire molto il pallone e trovare la via del gol due volte con Mertens, prima su punizione, poi di testa. Nel secondo tempo la Roma entra in campo più viva e prova subito a riaprire il match. L’occasione più pericolosa capita a Pellegrini che con un missile centra il palo. Non bastano i cambi di Fonseca, che inserisce Kumbulla, Mayoral, Villar e Carles Pérez. Altra nota stonata della serata i cartellini gialli per Ibanez e lo stesso Villar che salteranno il Sassuolo. Ed anche un problema al flessore per Dzeko. Napoli che dopo quelal con il Milan agguanta un'altra vittoria prestigiosa, ritrovando le giocate top di Mertens e Koulibaly e la conferma dell'ottimo momento di Insigne, Politano e Zielinski.


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