Amarcord – L’ultimo San Silvestro nel pallone

 

Sono passati ben 31 anni da quella giornata di campionato nella quale, mentre la gente comune era già proiettata all’attesa e ai festeggiamenti per l’anno che sarebbe arrivato di lì a poche ore, gli eroi pallonari dell’epoca si sfidavano sul rettangolo verde alla ricerca degli allora 2 punti. Era il 31 dicembre 1988, era la stagione 1988-89. La prima a 18 squadre dopo ben 21 anni di campionato a 16, la prima dei 3 stranieri per squadra dopo la riapertura delle frontiere. Era la stagione che vide una compagine in perenne stato di grazia e in grado di far registrare il record di punti per un torneo a 18 squadre, ovvero quell’Inter trapattoniana che ne mise in cascina ben 58 sui 68 disponibili. Un campionato che iniziò tardi (9 ottobre 1988) e che presentò questa curiosa kermesse di San Silvestro.

Vinse anche quel giorno l’Inter del Trap, passando a Lecce in casa Mazzone con un rotondo 3-0 maturato in 13 minuti (forse un segno del destino nascosto in questo numero in quella chiusura dell’anno solare, visto che fu lo scudetto numero 13 per la squadra nerazzurra). La sbloccò Ramon Angel Diaz al 70’, quel Diaz di passaggio sotto la Madonnina proprio in quella stagione, quel Diaz che arrivò per sopperire al mancato acquisto di Madjer e che la stagione dopo lasciò il posto e la maglia al terzo tedesco Jurgen Klinsmann, tanto caro ai tifosi e alla Gialappa’s Band. La misero al sicuro Brehme al 78’ e il cavallone Berti al minuto 82, e fu allungo a +3 sul Napoli di Maradona e Careca che cadde all’Olimpico contro la Roma sospinta dal gol di Rudy Voeller a 3 minuti dallo scadere.

Quel giorno segnò anche Spillo Altobelli, ma andò a bersaglio con l’unica altra maglia che non fu nerazzurra nella sua lunga e gloriosa carriera in Serie A. Sì, perché in quella stagione (e solo per quella stagione) il bomber di una vita in nerazzurro vestì la maglia della Juventus, e scelse proprio quel giorno di fine anno per sparare uno dei suoi rari botti in bianconero. Fu un gol importante, decisivo per la vittoria nel derby della Mole. Correva il 62’ quando il “9” bianconero trafisse un altro giocatore che quel giorno esordì in Serie A per poi compiere una lunga e gloriosa carriera, ovvero quel Luca Marchegiani che quel giorno sostituiva Lorieri (andato in escandescenze la giornata precedente in un Torino-Milan 2-2). Era la Juve del dopo Platini ma anche del dopo Rush già (molto ma molto meno rimpianto il gallese), era la Juve di Zavarov che si perse in quella pesante maglia numero 10. Di contro, ancora peggio, era il Torino di Borsano che a fine stagione scese malinconicamente in Serie B. Non proprio un anno memorabile per le squadre torinesi…

Amarcord – L’ultimo San Silvestro nel pallone

In quella giornata si segnalava anche il pareggio a reti bianche tra il Milan di Sacchi e del trio olandese Rijkaard-Gullit-Van Basten (futuro campione d’Europa ma attardato in campionato) e la Sampdoria di Boskov e dei gemelli del gol Mancini-Vialli. Ed una rimonta di rigore del Verona di Bagnoli sulla Fiorentina di Eriksson. La sbloccò Roberto Baggio dagli 11 metri al 39’, la ribaltò Bortolazzi altre due volte dal dischetto al 60’ e al 78’. Altro rigorista eccellente protagonista a Pescara, ovvero quel Gasperini che ai nostri giorni ci regala calcio spettacolo con la sua Atalanta. Ma all’epoca l’attuale tecnico nerazzurro regalava una doppietta su rigore all’allora tecnico Galeone al 50’ ed all’85’ contro il Cesena di Bigon e del gigantesco portierone Sebastiano Rossi (beato chi in un ipotetico fantacalcio avrebbe puntato sui rigoristi quel giorno). Reti intervallate dall’acuto di Rocco Pagano al 79’. Quel Rocco Pagano balzato agli onori della cronaca una comunissima domenica sera, quando tanti anni dopo, ospite in studio in una nota trasmissione calcistica, Paolo Maldini lo insignì dello scettro di avversario che lo aveva fatto soffrire di più nella sua lunga e leggendaria carriera.

Completarono quella particolare giornata anche il pareggio per 1-1 tra Atalanta e Como. I bergamaschi, rivelazione di quella stagione (dopo l’impresa della stagione precedente nella quale approdarono alle semifinali di Coppa delle Coppe da formazione militante in Serie B) andarono in vantaggio con De Patre al 18’ ma vennero raggiunti nella ripresa dalla rete al 73’ di un altro giovane di belle speranze, quel Marco Simone che l’anno dopo approderà al Milan di Sacchi che metterà in bacheca la seconda Coppa dei Campioni consecutiva.

Fu 1-1 anche tra il Pisa del vulcanico presidentissimo Romeo Anconetani e la Lazio appena tornata nella massima Serie, con vantaggio dei nerazzurri siglato da Incocciati al 36’ e pareggio di Ruben Sosa (esordiente in Italia proprio in quella stagione) al minuto 86. Vinse infine di misura il Bologna di Gigi Maifredi, che col gol di Ivano Bonetti al 10’ ebbe la meglio sull’Ascoli di un altro presidentissimo dell’epoca, quel Costantino Rozzi che segnò un’epoca con quei colori bianconeri ed i suoi calzini rossi portafortuna. Quel giorno il suo Ascoli restò ultimo in classifica, si salverà nel finale con una bella rimonta e  con il rientro a pieno regime della coppia Giordano-Casagrande.

Questa fu l’undicesima giornata di quel campionato di Serie A 1988-89, l’ultima giornata che fu giocata nell’ultimo giorno dell’anno solare:

Atalanta-Como 1-1

Bologna-Ascoli 1-0

Juventus-Torino 1-0

Lecce-Inter 0-3

Milan-Sampdoria 0-0

Pescara-Cesena 3-0

Pisa-Lazio 1-1

Roma-Napoli 1-0

Verona-Fiorentina 2-1