Szczesny-Perin, panchine nazionali: nel dopo-Buffon, è una Juve senza numeri 1

La sosta per le Nazionali per molte squadre si trasforma in un proprio esodo di calciatori in giro per il mondo, allenatori che si ritrovano con riserve e primavera ad allenarsi mentre solitamente i giocatori rappresentativi e titolari si sfidano in sfide internazionali. In queste sfide solitamente le società, i tifosi e i fantallenatori sperano che nessun giocatore si infortuni, rovinando gli investimenti e le ambizioni della propria squadra.

La Juventus, essendo una delle più forti squadre mondiali, ha praticamente la totalità della rosa impegnata con la propria Nazionale. Un paradosso interessante è la triste sorte dei numeri uno bianconeri.

Il post-Buffon della squadra bianconera è composto da Wojciech Szczesny, portiere polacco ventottenne che ha passato un annata dietro al totem italiano campione del mondo, con qualche sporadica presenza in prospettiva di questa stagione, e Mattia Perin, portiere nato nel 1992 che dopo 5 ottimi anni al Genoa è stato prelevato per rafforzare ulteriormente il blocco porta, partendo da dodicesimo almeno all’inizio.

Come già anticipato, venerdì sera si è verificato un interessante evento a Bologna: Italia-Polonia e sia Perin che Szczesny sono stati entrambi comodamente seduti in panchina.

Perin anche in Nazionale parte dietro nelle gerarchie: Donnarumma, giovanissimo portiere del Milan classe 1999, investito come erede naturale di Buffon, dopo due stagioni a buonissimi livelli, è il futuro della Nazionale italiana e anche venerdì sera con due interventi prodigiosi si è confermato sicurezza.

La porta polacca invece negli ultimi anni è sempre stata un incognita, anche al mondiale Szczesny non ha giocato tutte le partite, solamente due su tre nel girone, con Fabianski, portiere ora al West Ham, che ha giocato nell’unica vittoria in Russia contro il Giappone. Questo dualismo è ancora vivo, e venerdì sera il portiere bianconero ex Roma e Arsenal si è seduto in panchina.

Le qualità di entrambi i portieri della Juve sono indiscutibili, però lo spettro di un turn-over massivo, ossia di una discontinuità che si potrebbe verificare durante l’anno sia a Torino che nelle rispettive nazionali, può essere molto negativo sulla sicurezza di entrambi.

Partendo a monte, la scelta dei portieri della Juventus è molto discutibile: sicuramente i dirigenti bianconeri si sono assicurati due estremi difensori di livello eccelso, e appunto entrambi meritevoli di titolarità in una grande squadra, ma probabilmente non c’è la sensazione di avere un “numero uno” leader come poteva essere Buffon nella storia juventina, ma solamente due ottimi portieri.

Entrambi giovani (28 e 26 anni) sono nel top della forma, e sedere in panchina anche in Nazionale sicuramente non aiuta né loro stessi né la fiducia dell’ambiente. Nonostante le tre partite vinte su tre disputate in campionato, la retroguardia juventina ha subito ben 3 gol, e contro avversarie sulla carta di livello inferiore come Chievo Verona e Parma, sintomo di una sicurezza difensiva da rivedere.

Forse già contro il Sassuolo potrebbe esserci l’esordio di Mattia Perin, in vista della partita inaugurale di Champions League di mercoledì 19 settembre contro il Valencia: bisogna ancora capire se questo turn-over che si rinnoverà tutto l’anno è un’occasione per dare fiducia ad entrambi, oppure sarà deleterio e la sicurezza tra i pali verrà minata, solo il tempo risponderà a questa domanda.


News Correlate