Primi verdetti: la Lazio non è pronta per l’Europa che conta

La Lazio era caduta sette giorni fa, sotto i colpi di Lorenzo Insigne e del Napoli di Sarri. Una settimana dopo, a Marassi, ci si aspettava una prestazione ordinata e diligente contro un Grifone in piena crisi. Tutto puntualmente sfumato con Pandev e Simeone, redivivi, a dare un senso al ritorno di Juric che ha ridato energia all'ambiente dopo il periodo cupo targato Mandorlini. Non basta il gol di Luis Alberto per salvare la Lazio anche se, diciamolo con onestà, la stagione dei biancocelesti è di assoluto livello, e questo non è in dubbio.

La squadra di Inzaghi sta giocando al di sopra delle aspettative ed ha mostrato di poter arrivare almeno in Europa League. Un Europa meno prestigiosa, ad oggi, è la vera ambizione di biancocelesti, che non dispongono di una “panchina lunga” e hanno più volte dimostrato di dover rimpiazzare gli infortunati con giocatori non all’altezza dell’11 titolare.

E’ stato il caso di De Vrij, che ha spesso avuto dei problemi fisici, ma Wallace e compagni non sono stati degni di sostituire un giocatore di quel livello. Un attaccante di riserva non c’è, così come mancano le alternative a centrocampo, dove Lucas Biglia ha anch’egli dovuto abbandonare i compagni per qualche gara. Il cuore della squadra non può essere affidato a Murgia, giovane interessante e sicuramente di prospettiva, ma non pronto per poter rimpiazzare un calciatore così fondamentale per la Lazio.

Il pari di Genova non cancella la stagione della Lazio, ma mette la società è di fronte ad un bivio: rinforzare la squadra per poter tornare nella grande Europa oppure accontentarsi di essere una delle tante che lottano per l’Europa League.


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